Considerato il più grande capolavoro dello scrittore francese Gustave Flaubert, Madame Bovary risulta essere l’opera che tratteggia al meglio i contesti storici della Francia del 1800. Già dall’esordio quest’opera venne censurata, in quanto per la prima volta si parlava di aspetti di morale mai presi in considerazione nella letteratura di allora.
Flaubert descrive Emma Bovary con toni che non lasciano spazio all’immaginazione: è una rappresentazione a tratti cruda e violenta di una donna fuori dall’ordinario, quasi a volerne sottolineare il suo realismo e la sua umanità. La protagonista rompe gli schemi, non si nasconde dietro la falsa morale e l’ipocrisia che dilaga nella Francia post-napoleonica, ma anzi decide di agire da vera e propria antagonista di se stessa. Non si può definirla una vittima degli eventi: con determinazione agisce e cerca di scappare dalla vita in cui la società del tempo (fatta di matrimoni organizzati) l’ha incatenata.