Elena Ferrante

così repellente la morte.

Si era sbarazzato in un modo così feroce di memoria, linguaggio, capacità di attribuire senso, che mi sembrò evidente l’odio per se stesso, per la propria epidermide, per gli umori, per i pensieri e le parole, per la piega brutta del mondo che l’aveva avvolto.

è il tuo stesso organismo che ce l’ha con te, e anzi ti si rivolta contro fino a diventare il nemico peggiore di se stesso, fino a procurarsi il dolore più terribile che ci sia.

«I libri si scrivono per farsi sentire, non per stare zitti»

, non si scrive tanto per scrivere, si scrive per fare male a chi vuole far male.

Eh, disse una volta, quante storie per un nome: famoso o no, è solo un nastrino intorno a un sacchetto riempito a vanvera con sangue, carne, parole, merda e pensierini.

Avevo usato la lingua di tutti i giorni per indicare cose di tutti i giorni.

L’intera mia vita si sarebbe ridotta soltanto a una battaglia meschina per cambiare classe sociale.

Il mondo è prodigiosamente cambiato e appartiene sempre più a loro, sempre meno a me.